Prof. Dario Del Bufalo
Specialista in scultura lapidea, marmi colorati, glittica, restauro e geoarcheologia
Non più thè con Caligola, Signora! GdA Aprile 2021
Giovedì 11 Marzo si è tenuta nel Museo delle Navi romane sul Lago di Nemi (Roma) l’inaugurazione per il ritorno del mosaico perduto delle navi dell’Imperatore Caligola (12 -41 d.C., foto 1).
Ci sono voluti 8 anni di lavoro, di ricerca e burocrazia per riconsegnare al luogo di origine e al Paese di appartenenza, il capolavoro di arte romana che ha compiuto 2000 anni, anche se sembra moderno nel disegno e potrebbe essere stato eseguito negli anni ‘20-‘30 del 900. (vedi GdA Bvfale Archeologiche Nov. 2017).
Le Navi di Caligola nel Lago nemorense erano delle vere e proprie chiatte lunghe più di 70 metri, sulle quali erano costruiti edifici in marmo con pavimenti in mosaico per le feste e i baccanali orgiastici, che spesso l’Imperatore organizzava per i suoi amici e per il suo entourage.
Affondate dopo l’assassinio e la damnatio memoriae del Dittatore, erano conosciute e scandagliate dai pescatori del luogo fin dal Medioevo e Leon Battista Alberti nel 1460 fece i primi tentativi di recupero subacqueo, seguiti da molti altri.
Portate poi definitivamente alla luce con gli scavi degli anni ‘20, con il parziale prosciugamento del Lago, i molti reperti metallici e lapidei come colonne e mosaici (foto 2), furono divisi fra il Museo Nazionale Archeologico di Roma (oggi a Palazzo Massimo) e il Museo delle Navi romane che la propaganda di Mussolini volle sulle sponde del Lago, con il progetto di Vittorio Morpurgo, lo stesso Architetto della Teca Ara Pacis, in seguito deportato dalle leggi raziali.
Il mosaico in questione è il più conservato dei vari ritrovati sui natanti romani ed era dichiarato in mani private dagli inizi del 900. Era passato anche per la galleria dell’antiquario Sangiorgi di Roma negli anni ‘50 e proprio il grande antiquario aveva fornito, al Prof. Gnoli, la foto a colori che ho poi pubblicato sul mio volume Porphyry nel 2012.
Questo pannello musivo (120x120cm, foto 3) si dà per disperso dagli anni ‘50 fino all’Ottobre del 2013, quando fu organizzata dall’editore Allemandi la presentazione di Porphyry e il “book signing” a New York nello spazio Bulgari sulla 5° strada.
Alla manifestazione era presente buona parte del mondo dell’arte della Grande Mela e dopo la mia conferenza sul Porfido, durante la firma delle copie, varie persone, indicando la foto del mosaico stampata sul libro esclamavano: “Guarda… il mosaico di Helen.!”
È stato così che è cominciata la ricerca del pavimento perduto dal dopoguerra e usato come tavolo da thè, da una signora antiquaria italiana che vive a Manhattan e che dichiarerà di aver comprato il mosaico negli anni ’60 dalla famiglia Barberini con la mediazione dell’agente segreto Rodolfo Siviero, lo 007 noto per il recupero di opere d’arte trafugate dai nazisti. (vedi NY Times 19 Ott. 2017 J.C. Mc Kinley).
Ci sono voluti mesi di lavoro dell’ufficio del Procuratore Distrettuale di NY Mr. Vance, con prove documentali e fotografiche da me inviate al suo vice Mr. Bogdanos, per determinare finalmente il giusto rientro in Patria di questo bene culturale il quale non poteva che appartenere al Museo delle Navi del Lago di Nemi.
[Bibl.: Dario Del Bufalo. Porphyry. Red Imperial Porphyry. Power and Religion. – 2nd Edition. – Turin : Umberto Allemandi, ©2018. p. 198, n. C115a-b]
Vedi intervista a Dario Del Bufalo Il Mosaico Ritrovato [Estratto da RAI TG1 delle 20:00 del 14 Marzo 2021]